mercoledì 16 luglio 2014

E' stato l'Epomeo a mettermi le montagne dentro i sonni

Giunta in cima all'Epomeo, durante una delle più belle camminate effettuate durante il nostro recente soggiorno a Ischia Casa della Vela, mi sono ricordata queste parole che Erri De Luca aveva dedicato a Ischia e al suo monte.
Sono un'appassionata dei libri dello scrittore napoletano…e improvvisamente, sulla cima del Monte mi sono risuonati alcuni passaggi del suo romanzo I pesci non chiudono gli occhi.
Questo romanzo è ambientato ad Ischia anche se mai viene nominata, l'Ischia di 50 anni fa…che quando vuole si mostra ancora così come era.
C'è un passaggio nel libro in cui, l'autore bambino a Ischia, un pomeriggio si allontana a nuoto dalla sua consueta spiaggia di pescatori, guadagna distanza dalla costa, per staccarsi. L'autore afferma di farlo ancora oggi salendo in montagna.
Salire in montagna a Ischia è come allontanarsi a nuoto, significa staccarsi ed è bellissimo ed essenziale.
Se cominci a staccarti…non vorresti fare altro, conquistare la vetta dell' Epomeo è senz'altro l'esperienza di distacco più bella che l'isola ci offre, unica ed estrema, e come direbbe De Luca ti sembrerà il più giusto dei grazie, non raggiunto da nessuna preghiera.




Abbiamo effettuato l'ascesa all'Epomeo partendo dal paese di Serrara Fontana, raggiungibile in autobus, linea CD o CS. Si raggiunge il cimitero e poi si cominciano a vedere le indicazioni turistiche Frassitelli Epomeo che conducono alla stazione di partenza: il piazzale del ristorante Il Bracconiere.
Noi decidiamo di effettuare il percorso denominato Pietra dell'Acqua Epomeo, lasciando il bosco dei Frassitelli e della Falaga alla nostra sinistra salendo, un'altra volta ci piacerebbe effettuare anche l'altro versante dal lato di Forio. 





La prima scoperta che facciamo è il tufo verde, la mulattiera a tratti è scavata nel tufo verde e se ne può apprezzare la conformazione. Ci hanno spiegato che la sua colorazione è dovuta alla presenza di alcuni minerali, ma nella fantasia dei bambini il tufo è verde perché  migliaia di anni fa sprofondò in mare prima di riemergere nuovamente a formare la montagna. Anche a me sembra una spiegazione più creativa…verde acqua-marina!



Come ogni genere di tufo, questa pietra è facilmente lavorabile…ecco che incontriamo infatti un esempio di palmenti: una cella per la vinificazione scavata nel tufo. 



Questo genere di architettura rurale, case di pietra, cellai, cantine sono tipiche di varie zone dell'isola in particolare questa del bosco della Falanga sull'Epomeo. All'altezza in cui ci troviamo con la nostra escursione ci sono ancora molti vigneti…poi cederanno il posto a boschi di castagno, rovi e felci.
Incontriamo un contadino che sta sistemando la sua vigna…sembra contento di vederci.



Salendo ancora cominciamo a scorgere le creste e giungiamo ai primi pianori, la vista si apre al mare.
Spuntano blocchi tufacei erranti sputati da qualche antichissima esplosione, qualcuno è usato come casa.
Giunti a circa 720 m s.l.m. siamo al Monte della Guardia, proprio sotto la vetta dell'Epomeo. Qui c'è la pietra dell'Acqua, un gigantesco blocco di tufo scavato per farne una cisterna d'acqua piovana. 



Quest'acqua serviva per le coltivazioni di grano che avvenivano da queste parti alte dell'isola fino alla metà del 900. Con la paglia ci facevano tanti lavori artigianali d'intreccio: cestini, cappelli, ventagli…era una specie di grano molto famosa, ma poi questa coltura venne abbandonata. Negli anni 50 cominciava ad esplodere il turismo e i contadini lasciavano i campi per andare a lavorare negli alberghi, pertanto oggigiorno le poche donne ischitane che sanno intrecciare, intrecciano rafia d'importazione e non più la paglia del grano autoctono.
La pietra dell'Acqua sembra una grande testa di dinosauro, motivo di gioco per i ragazzi.



Da qui alla vetta dell'Epomeo…il paesaggio si fa abbastanza surreale, sopraggiunge la nebbia, un po' di freddo, la tensione verso la meta porta in noi camminatori il silenzio, non parliamo più, non scherziamo…ci concentriamo verso l'obiettivo che appare vicino, ma in realtà …
Avvicinandosi si scopre che la vetta è scavata ed abitata. Incredibile, come può essere la vita quassù? Semplice ed essenziale, perfetta, credo.



 Quando si arriva alla cresta, in  vetta all'Epomeo, si ha una visone a 360 gradi dell'isola. Un vento fortissimo aumenta il senso di vertigine che coglie molti. Lungo il cammino eravamo soli, magicamente quassù ci ritroviamo assieme ad altri esploratori, sembrerà strano ma …effettivamente ad Ischia tutte le strade portano all'Epomeo!


E' stato bello soffermarsi, mangiarci il nostro panino riparati dentro le nicchie erose dal vento…Qualcuno degli escursionisti giunti in vetta insieme a noi si è fermato al ristorantino qui presente, noi ci siamo limitati ad attraversarlo per osservare la vista dal lato opposto. Qui si vedono Lacco Ameno e Casamicciola, c'è una spaccatura sulla roccia provocata dal grande terremoto che nel 1883 devastò Casamicciola. 


Rifocillati ci dedichiamo alla discesa per lo stesso percorso, alle 13.00 in punto siamo davanti al ristorante Il Bracconiere e questa è la volta che entriamo e che ci concediamo il lusso di mangiare il piatto tipico dell'isola: Coniglio all'Ischitana.


Al Bracconiere c'è un oste affabile di nome Michele che vi racconta i due modi di fare il coniglio sull'Isola a seconda dei due versanti del Monte, dalla parte di Ischia si fa diverso che dalla parte di Forio. Noi proviamo la ricetta del versante est quella con più pomodoro, con la cipolla insieme all'aglio e con l'aggiunta di acqua al posto del vino, risultato un gusto più delicato e meno selvatico. Il nostro piatto arriva cucinato in un grande tegame di coccio. 


Ho cercato di trascrivere la ricetta nel mio diario…ma a che prò? mangiandolo ci si rende conto che ogni sfumatura di gusto è il risultato di un sapiente procedimento specifico, antico e arcaico non riproducibile.
Un tempo l'isola doveva essere invasa di conigli selvatici, ora per lo più saranno allevati ma io e i bambini ne abbiamo avvistato un esemplare (morto) ai bordi del sentiero: un piccolo coniglio selvatico. 



In questa osteria sono molto gentili, ci offrono un antipasto in attesa che preparino il coniglio, a conclusione un buonissimo e ghiacciato amaro fatto in casa con le erbe selvatiche e il prezzo finale non riserva sorprese: giusto. Noi veramente lo raccomandiamo e ringraziamo i nostri amici di Ischia Casa della Vela che ce lo hanno suggerito.

Se a qualcuno dovesse sembrare troppo faticoso farsi questo itinerario a piedi e non volesse comunque perdersi la magia dell'Epomeo noi possiamo suggerire un sistema alternativo.

Andarci a cavallo.



Sopra al nostro albergo, al Cretatio, di cui vi abbiamo già raccontato, c'è un maneggio che si chiama Aragona Arabians e che effettua su prenotazione escursioni  a cavallo all'Epomeo sia con chi già è capace di montare sia con principianti. Giorgio e Pamela, i titolari, li abbiamo conosciuti un pomeriggio al loro maneggio che comprende anche una piccola fattoria didattica. Una opportunità in più per scoprire la montagna o per trascorrere un pomeriggio con i bambini che, lo sappiamo, amano sempre tanto gli animali!

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